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L’emergenza per il coronavirus sta paralizzando il mercato dei crediti in default, con effetti sia sulle banche che sui gestori specializzati.

A causa della sospensione delle attività giudiziarie (recentemente prorogata sino all’11 maggio), il mondo del recupero è letteralmente entrato in stand-by: aste cancellate, termini sospesi (compresi quelli per il saldo prezzo da parte dell’aggiudicatario), debitori non disponibili a raggiungere accordi transattivi in questo momento.

In questo scenario preoccupante, per limitare la diminuzione degli incassi dei propri assistiti, lo Studio Panini Bucciarelli sta provvedendo al deposito di apposite istanze per sollecitare e favorire

  • la predisposizione di riparti parziali e assegnare ai creditori intervenuti le somme in Cash in Court;
  • la distribuzione delle somme in tutte le procedure in cui non è ancora stata fissata l’udienza per l’approvazione del riparto e in quelle in cui l’udienza ex art. 596 c.p.c. risulta fissata oltre il mese di giugno.

Una strategia che sta iniziando a dare i primi concreti risultati: alcuni magistrati stanno infatti dimostrando di comprendere il problema e hanno iniziato ad emanare provvedimenti finalizzati a favorire riparti parziali e progetti di distribuzione, talvolta approvati e resi esecutivi, in assenza di osservazioni entro 10 giorni dalla comunicazione del progetto da parte del delegato alle vendite, anche senza la celebrazione dell’udienza ex art. 596 c.p.c.

Una prassi virtuosa in grado di ridare ossigeno al mercato dei crediti deteriorati e che inoltre consentirebbe la riduzione delle procedure pendenti con minori problemi di congestionamento dei ruoli di udienza, oltre che una limitazione del danno economico per il debitore per il quale, a fronte della perdita del bene pignorato, continuerebbero a maturare interessi sull’intera sorte capitale.